La comunicazione deve rispettare il prodotto
Oggi ho deciso di affrontare il lavoro con matita e colori come non mi accadeva da anni: una stilista di moda femminile mi ha chiesto di pubblicizzare la sua collezione ispirata a Modigliani, decido quindi di immedesimarmi per una mattinata nell’artista e guardare il foglio bianco con i suoi occhi. E rifletto sul fatto che anche le creazioni della stilista nascono dalla sua mano e passano attraverso la sua matita.
Linee lunghe, sottili, sintetiche. Raccontare pochi dettagli, ma permettere di far trasparire la sensibilità di quell’epoca. Colori mai brillanti. Disegni a carboncino o a mina morbida.
Ho voluto procedere in questo modo ripensando ad una delle vecchie “lezioni” ricevute anni fa da un direttore creativo molto bravo, col quale ho avuto la fortuna di lavorare: “La comunicazione deve rispettare il prodotto.” Nelle sue campagne, il suo forte era (ed è ancora) creare spot inserendo testimonial e seguendo il filone della commedia all’italiana. Uno stile ben preciso ma non sempre adottabile. Per ogni prodotto o servizio è doveroso usare toni simili al prodotto. L’esempio che mi fece: “Se devi fare pubblicità ad una mela… devi usare uno tono semplice, fresco e naturalmente spontaneo. Se invece devi vendere un mutuo bancario non potrai mai usare lo stesso tono usato per la mela. Per questo la comunicazione deve creare nel pubblico quelle aspettative che il prodotto può mantenere in modo coerente.”.
I miei disegni hanno contribuito alla realizzazione di una brochure che, mentre scrivo, sta andando in stampa e accompagneranno il prodotto rispettandone lo stile. E nell’attesa di veder stampato il lavoro, apprezzo ancora la sensazione positiva di aver creato qualcosa con le mani piuttosto che con il mouse.
Nel prossimo articolo vedrete il lavoro finito.
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