27nov
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Dagli Chassepot all’iMac

(da Camiciarossa.org) “E Garibaldi? […] Sconfortato, prende una decisione:” …A causa dello stato morale basso della gente, e trovandoci noi chiusi a nord dai corpi dell’esercito italiano che ci impedivano con la loro presenza di procurarci ciò che ci necessitava, dovevamo assolutamente cercarci un altro posto dove fare l’accampamento. Perciò, lasciato Monterotondo, venne deciso di incominciare la marcia il 3 novembre al mattino”. E qui un desolante particolare: “Ma non tutti avevano le scarpe, e perdemmo tempo nella distribuzione per cui ci muovemmo soltanto verso mezzogiorno”.
Ed inizia la tragedia.
Tutto il corpo dei volontari, lasciato Monterotondo, imbocca la Nomentana diretto verso Tivoli, ma appena superato il paese di Mentana si trova di fronte un forte contingente di papalini usciti da Roma per affrontarli. I garibaldini sono inizialmente costretti ad arretrare su Mentana dove però la battaglia volge a loro favore e gli avversari sono messi in fuga. Ma ecco sopraggiungono in loro soccorso i francesi appena arrivati a Roma inviativi in gran fretta da Napoleone III. Di fronte ai loro micidiali “chassepot”, i nuovi fucili a retrocarica che sparavano 12 colpi al minuto (gran belle armi, usate per la prima volta a Mentana) ogni resistenza è vana. I garibaldini sono costretti a lasciare Mentana”
Nella battaglia tra i garibaldini si conteranno 150 morti, 240 feriti, mille600 prigionieri. 30 i morti tra i papalini. 2 soli morti nelle truppe francesi.”

Alle nove di mattina comincia così la giornata di lavoro insieme al mio amico fotografo Sergio. Siamo stati scelti e incaricati dalla direzione del Museo Garibaldino di Mentana per creare il nuovo sito del museo www.mugamentana.it.

home page museo garibaldinoDi solito, quando ricevo dei brifing, chiedo sempre al “cliente” approfondimenti sulla sua attività. Ma in questo caso, ho immaginato con quale ardore i garibaldini (molti volontari ed alcuni ragazzi) hanno combattuto, e quanti hanno perso la vita seguendo il loro profondo ideale.

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20ott

Mi riesce sempre difficile salire in cattedra e spiegare alcune nozioni. Preferisco raccontare di getto le mie esperienze. Ma stavolta, purtroppo dovrò attenermi a dei “dati” senza allontanarmi troppo.

Molto spesso il marketing e la pubblicità sono percepiti come sinonimi.

Nella realtà non è così: il marketing è tutto un insieme di elaborazioni dati, analisi, obiettivi e decisioni. La pubblicità riveste la fase finale del primo. Oserei quasi spingermi ad un’iperbole/equazione: la pubblicità sta al parto come il marketing alla gestazione.

Uso questo paragone eccessivo per sottolineare il fatto che prima di fare pubblicità occorre “aver fatto” alcuni passaggi . Innanzitutto aver individuato l’obiettivo; avere analizzato la concorrenza; il mercato; il target e aver deciso il prezzo.

Quindi, rispondendo a tutti i miei clienti e a quelli futuri (benvenuti!) che a volte mi chiedono quanto sia giusto spendere in pubblicità, mi limito a dire che ci sono diversi metodi per individuare l’investimento giusto.

Ma, a grandi linee, posso anticipare un’indicazione media. Tenendo conto del fatturato annuo dell’azienda, le percentuali più comunemente utilizzate sono il 5-10% per le medie aziende, il 20% per le piccole ed tra il 2-5% per le grandi aziende.

Di solito questa è la loro espressione

 sorpreso

Quando poi spiego che più un’azienda vuole una crescita veloce più alte dovranno essere le percentuali. Alcune aziende, tolte le spese, rischiano addirittura l’ALL IN.

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28set

Oggi ho deciso di affrontare il lavoro con matita e colori come non mi accadeva da anni: una stilista di moda femminile mi ha chiesto di pubblicizzare la sua collezione ispirata a Modigliani, decido quindi di immedesimarmi per una mattinata nell’artista e guardare il foglio bianco con i suoi occhi. E rifletto sul fatto che anche le creazioni della stilista nascono dalla sua mano e passano attraverso la sua matita.

Linee lunghe, sottili, sintetiche. Raccontare pochi dettagli, ma permettere di far trasparire la sensibilità di quell’epoca. Colori mai brillanti. Disegni a carboncino o a mina morbida.

foto disegni

foto disegni franco

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14set

Hai mai visto uno struzzo che vola? No, perché le sue ali, che non sono proporzionate al corpo, non lo sostengono in volo.

Oppure si, con Samsung, perché con Samsung puoi fare anche ciò che non ti sembra possibile!

1 minuto di “pubblicità”, senza dialoghi! In realtà il video è pieno di messaggi e concetti che, passando dalle emozioni, fanno breccia nella nostra mente attraverso le fessure dell’inconscio.

In questo spot, l’aspetto creativo lo rende vincente: sorprendentemente eccezionale, nonostante la sua apparente semplicità.

Per arrivare a ciò che SI VEDE (spot), si passa attraverso analisi, studi e proposte che NON SI VEDONO, frutto del lavoro di professionisti, esperti di diversi reparti: dal Marketing fino ad arrivare ai Reparti Creativi, Reparti Produzione ed Esecutivisti.

Il Marketing dove è?
Dai, sbirciamo insieme un pezzettino, molto semplificato, del lavoro che svolge il reparto Marketing Samsung per arrivare a costruire questo spot.

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3ago

In ogni progetto di comunicazione esistono sempre due momenti critici:

1) il foglio bianco

2) il font da scegliere

Nonostante i font siano divisi per famiglie (Bastoni, graziati, corsivi, egiziani, etc.) ed ogni famiglia contempla centinaia di font declinati a loro volta in decine di forze d’asta (dall’extralitgh all’extrabold; condensed o extended, normal o Italic), succede che ad ogni progetto mi si scatena dentro la guerra dei font. È come essere in preda ad una indecisione profonda basata su piccolezze che la stragrande maggioranza dei lettori neanche noterà. Ma noi si. Noi grafici ci impuntiamo e spendiamo mezz’ore tra una grazia rigida o morbida, ingurgitiamo caffè riflettendo sul Futura o sull’Helvetica Neue.

font

In preda a queste crisi penso spesso ad altri professionisti e a come ne verrebbero fuori. Proviamo a pensare ad una stilista che dopo aver disegnato, cucito e provato il suo bellissimo vestito è giunta al momento di scegliere i bottoni: grandi, piccoli, colorati o grigi, in bachelite o ricoperti in tessuto, tondi o squadrati, concavi o convessi, a 4 o 2 buchi.

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