20dic

È Giugno, ma fa caldo come ad Agosto. Per le vie del borgo a ribollir stavolta è l’aria, densa, umida. C’è un’opportunità e allora andiamo, si tratta di chiedere ai negozianti del territorio, quelli storici, quelli che incontriamo tutte le mattine, di fare rete e di progettare insieme soluzioni di sviluppo, per difendere un’identità professionale messa in discussione dai colossi del commercio online e dalle grandi superfici.
L’idea non è nostra, ma dell’Assessore al Commercio del Comune, che ha intenzione di partecipare al Bando Regionale, dedicato al finanziamento di iniziative per il settore. Una proposta concreta, rivolta al miglioramento del lavoro di tutti i negozianti. Con fondi certi, immediatamente disponibili. Eppure in un primo momento riscontriamo scetticismo, risposte vaghe, diffidenza. Ne prendiamo atto, ma continuiamo a bussare ai negozi spiegando il progetto.

Siamo a Dicembre. È cambiata la temperatura e sta cambiando anche l’andamento di questa storia. Dopo mesi di riunioni la Rete è stata ufficialmente creata. Si chiama Tre Colli, in omaggio alla morfologia del nostro territorio, secondo una logica di riconoscibilità e di appartenenza. È la rete dei commercianti, ma lavora a progetti che si tradurranno in vantaggi per tutti i cittadini.
Iniziamo così a lavorare sul marchio, sintetizzando i colli in tre settori in basso da cui spicca la Torre del Castello Orsini Barberini, raccolti in una forma circolare. 

Marchio della rete Tre Colli

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27nov
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Dagli Chassepot all’iMac

(da Camiciarossa.org) “E Garibaldi? […] Sconfortato, prende una decisione:” …A causa dello stato morale basso della gente, e trovandoci noi chiusi a nord dai corpi dell’esercito italiano che ci impedivano con la loro presenza di procurarci ciò che ci necessitava, dovevamo assolutamente cercarci un altro posto dove fare l’accampamento. Perciò, lasciato Monterotondo, venne deciso di incominciare la marcia il 3 novembre al mattino”. E qui un desolante particolare: “Ma non tutti avevano le scarpe, e perdemmo tempo nella distribuzione per cui ci muovemmo soltanto verso mezzogiorno”.
Ed inizia la tragedia.
Tutto il corpo dei volontari, lasciato Monterotondo, imbocca la Nomentana diretto verso Tivoli, ma appena superato il paese di Mentana si trova di fronte un forte contingente di papalini usciti da Roma per affrontarli. I garibaldini sono inizialmente costretti ad arretrare su Mentana dove però la battaglia volge a loro favore e gli avversari sono messi in fuga. Ma ecco sopraggiungono in loro soccorso i francesi appena arrivati a Roma inviativi in gran fretta da Napoleone III. Di fronte ai loro micidiali “chassepot”, i nuovi fucili a retrocarica che sparavano 12 colpi al minuto (gran belle armi, usate per la prima volta a Mentana) ogni resistenza è vana. I garibaldini sono costretti a lasciare Mentana”
Nella battaglia tra i garibaldini si conteranno 150 morti, 240 feriti, mille600 prigionieri. 30 i morti tra i papalini. 2 soli morti nelle truppe francesi.”

Alle nove di mattina comincia così la giornata di lavoro insieme al mio amico fotografo Sergio. Siamo stati scelti e incaricati dalla direzione del Museo Garibaldino di Mentana per creare il nuovo sito del museo www.mugamentana.it.

home page museo garibaldinoDi solito, quando ricevo dei brifing, chiedo sempre al “cliente” approfondimenti sulla sua attività. Ma in questo caso, ho immaginato con quale ardore i garibaldini (molti volontari ed alcuni ragazzi) hanno combattuto, e quanti hanno perso la vita seguendo il loro profondo ideale.

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26ott
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Da consulente ad “amico”

“Accompagnare il cliente dalla nascita al successo”, il nostro slogan, ci pensavo proprio in questi giorni in cui uno dei nostri clienti ha partecipato allo SMAU di Milano.

Stand Archivium Smau 2017

Il nostro lavoro di consulenza comincia sempre dall’ascolto e poi le successive fasi: elaborazione e proposta.

Ma alla base di tutto manteniamo costantemente una posizione: la più completa empatia con il cliente. Anche se ritengo che una prospettiva obiettiva e distaccata ci permetta di analizzare al meglio la situazione, non riusciamo a non farci carico di alcune problematiche del cliente e farle nostre. E solo così riusciamo a trovare la soluzione più giusta.

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6ott

E’ iniziata la nuova campagna del fitness club Il Sole: “INSIDE”, i concetti che sono alla sua base riguardano desideri e passioni che ognuno porta dentro di sé:

Studenti e professori, impiegati e manager, commercianti e liberi professionisti… Tutti noi, ogni giorno, iniziamo le giornate indossando le vesti del nostro lavoro, con i ruoli e le responsabilità. Ma realmente, poi chi siamo? Cosa desideriamo, cosa ci piace essere al di là di quell’immagine che mostriamo all’esterno? Cosa c’è dentro ognuno di noi?

il sole volantini

Il Sole ha la professionalità e le conoscenze per formare chi vuole tirar fuori e mostrare il proprio talento, il proprio sogno, le proprie ambizioni ancora nascoste. Il Sole è per tutti. Donne che dentro si sentono ballerine.

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28set

Oggi ho deciso di affrontare il lavoro con matita e colori come non mi accadeva da anni: una stilista di moda femminile mi ha chiesto di pubblicizzare la sua collezione ispirata a Modigliani, decido quindi di immedesimarmi per una mattinata nell’artista e guardare il foglio bianco con i suoi occhi. E rifletto sul fatto che anche le creazioni della stilista nascono dalla sua mano e passano attraverso la sua matita.

Linee lunghe, sottili, sintetiche. Raccontare pochi dettagli, ma permettere di far trasparire la sensibilità di quell’epoca. Colori mai brillanti. Disegni a carboncino o a mina morbida.

foto disegni

foto disegni franco

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3ago

In ogni progetto di comunicazione esistono sempre due momenti critici:

1) il foglio bianco

2) il font da scegliere

Nonostante i font siano divisi per famiglie (Bastoni, graziati, corsivi, egiziani, etc.) ed ogni famiglia contempla centinaia di font declinati a loro volta in decine di forze d’asta (dall’extralitgh all’extrabold; condensed o extended, normal o Italic), succede che ad ogni progetto mi si scatena dentro la guerra dei font. È come essere in preda ad una indecisione profonda basata su piccolezze che la stragrande maggioranza dei lettori neanche noterà. Ma noi si. Noi grafici ci impuntiamo e spendiamo mezz’ore tra una grazia rigida o morbida, ingurgitiamo caffè riflettendo sul Futura o sull’Helvetica Neue.

font

In preda a queste crisi penso spesso ad altri professionisti e a come ne verrebbero fuori. Proviamo a pensare ad una stilista che dopo aver disegnato, cucito e provato il suo bellissimo vestito è giunta al momento di scegliere i bottoni: grandi, piccoli, colorati o grigi, in bachelite o ricoperti in tessuto, tondi o squadrati, concavi o convessi, a 4 o 2 buchi.

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7ott

Dopo tanti anni il Centro Marini Ferramenta uscirà nuovamente in comunicazione e per sbalordirvi si è affidato al nostro team Marconi ArtLab. Questa estate avevamo anticipato il nostro progetto dandonevene un assaggio sulla nostra pagina Facebook, oggi ne vediamo insieme i risultati portandovi con noi nel backstage, tra lucchetti e chiavi inglesi.

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10ago
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Chi ama mangia le mele.

A volte ringrazio non so chi di aver scelto di fare questo lavoro.

Un bel giorno una telefonata mi propone di incontrare una persona che ha bisogno di una nostra consulenza perché il suo progetto si sta arenando.

All’appuntamento si presenta un’esile ragazza …ma con una carica dentro degna di un bersagliere! 

Con un know how nell’IT, uscita da una grande organizzazione, decide di investire in un filone che “tira” moltissimo sul web: il sesso.

Il suo progetto è quello di aprire un Loveshop (non un sexyshop) prevalentemente per donne.

Progetto entusiasmante…già nella prima riunione intravediamo diverse strade per ampliare il business. Ma intanto concentriamoci sul da farsi: trovare un nuovo nome, un format di negozio, una veste grafica ed una comunicazione accattivante ma non volgare.

Trovata la chiave: la donna che entra nel Loveshop si deve sentire come se entrasse in una profumeria…vuole curare il proprio benessere di donna e di coppia in modo sereno.

Scacciamo quel senso di “torbido” che ricopre i classici sexyshop.  Indossiamo il sorriso!

Come prima cosa decidiamo di mettere in prima linea tutte le donne in campo: il loro punto di vista è basilare.

Lungo brain storming sul nome. Gli uomini propongono le solite nefandezze: chiamiamolo “faidate”, “tanaliberatutti” e via dicendo tra risate grevi. Le donne, sorridenti e parsimoniose: “Mela”! silenzio… 

Ecco il nome. MELA , anzi in minuscolo “mela”. Nome rotondo, semplice, femminile, universale e …del peccato. Grandioso.

Quando si imbrocca subito la strada giusta poi le soluzioni arrivano da sole. Facciamo una fase teaser in cui giochiamo con il nome mela come pre/suffisso con un verde.

Ed ecco arrivata la campagna.

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